di Paolo Polli
Ogni tanto, specie in questi giorni in cui si parla di Piano Bilancio strutturale e di Pensioni, mi viene in mente una frase usata tempo fa da Gianni Cuperlo, triestino, deputato del Partito Democratico, riferita al Vice Presidente del Consiglio, sen. Matteo Salvini, uno con una carica importante che presupporrebbe una altrettante capacità di governo: “ Salvini era e resterà un dilettante della politica e (ahimè) un incompetente chiamato a svolgere funzioni superiori alle sue capacità”. Non è una battuta polemica ma una affermazione sconsolata che ci dovrebbe fare riflettere su chi abbiamo al Governo del Paese e sulla sua credibilità. La professoressa Fornero, più recentemente ha risposto indirettamente a Cuperlo: “Salvini ha suscitato odio, deriso le persone. Non so se capisce oppure no, propendo per la seconda.
Quindi è comunque pericoloso”. Ritornando alle pensioni: tutti lo ricordiamo sbandierare con enfasi quota 100 e il superamento della legge Fornero. Proprio adesso che si sta definendo la legge di bilancio andrebbe ricordata, per un doveroso esercizio della memoria, le foto del Vice Presidente del Consiglio del nostro Paese che indica, minaccioso, ai suoi bravi, la casa dei genitori della professoressa Fornero.
Un bullo, insomma, più che un Vice Presidente del Consiglio. Ancora, più recentemente, nell’agosto del 2022 in piena campagna elettorale: “se non cancelliamo la Fornero siete liberi di spernacchiarmi”.
A novembre dello stesso anno, appena tornato al governo: “E’ una promessa, costi quel che costi”. Quale livello di incapacità esprime un politico che non faceva altro che dire “alla prima riunione del Consiglio dei Ministri cancellerò la Fornero” e ormai sono passati dodici anni? La rotta pensionistica tracciata dal Piano strutturale di bilancio, targato Meloni-Giorgetti, deve guardare prioritariamente alla sostenibilità del sistema previdenziale scricchiolante, vedi il discorso del Governatore della Banca d’Italia Pennetta, e non prevede di allontanarsi troppo dalle coordinate tracciate a suo tempo dalla legge Fornero e dalle indicazioni del precedente Presidente dell’Inps, Tito Boeri. Si va verso una Riforma pensionistica che necessariamente non dovrà appesantire i conti pubblici e allungare l’età lavorativa, attraverso l’offerta di incentivi al prolungamento della carriera lavorativa stessa. Un impegno assunto dal governo, di cui Salvini, fa parte senza evidentemente accorgersene, verso l’Ue, in base alle nuove regole europee di bilancio. Dunque anche la riforma pensionistica dovrà soddisfare i criteri di “sostenibilità” del bilancio, posto che la spesa pensionistica è in costante aumento e che, a causa del calo delle nascite, sono sempre meno i lavoratori attivi.
Lo stesso ministro dell’Economia Giorgetti, del partito del Salvini, nell’introduzione al documento afferma che il Piano si concentra sulla sostenibilità del sistema pensionistico. Insomma la riforma pensionistica non propone di abbandonare il criterio dei 67 anni d’età, come caldeggiato dalla Lega, al contrario offre incentivi per l’allungamento del percorso lavorativo. Sono previsti infatti premi, a certe condizioni, per chi decide di prolungare l’attività lavorativa pur potendo andare in pensione. Insomma tutto il contrario di quanto promesso, sbandierato, proclamato dall’ “incompetente chiamato a svolgere funzioni superiori alle sue capacità”. Al tempo stesso, il governo di cui Salvini è vicepresidente, non intende fare nulla per i lavori più usuranti, per evitare che i giovani abbiano pensioni irrisorie, perchè si intervenga su quelle troppo basse. “Se non cancelliamo la Fornero siete liberi di spernacchiarmi” ha chiesto lo stesso Vice Presidente del Consiglio. E’ lui stesso a chiedercelo, perché deluderlo.
Ci sarebbe poi da ricordare che lo stesso Vicepresidente del Consiglio è, ahimè , anche ministro dei Trasporti e delle infrastrutture e qua dovremmo ritornare all’inizio di questa nota all’affermazione di Gianni Cuperlo.