Di Lucio Ulian
Il 28 agosto nei pressi della Rocca di Monfalcone e a Ronchi dei Legionari si sono sviluppati due incendi boschivi, mentre scrivo questi incendi sono in corso. Precedentemente, un simile evento aveva interessato la zona boschiva vicino al lago di Doberdò del lago di Doberdò; poco prima, l’11 agosto in località Moschenizza, si era sprigionato un altro incendio boschivo. Fortunatamente gli interventi congiunti, da parte di tutte le forze del sistema organizzativo che affronta questi eventi, hanno limitato i danni e hanno fatto in modo che questi eventi non siano diventati delle crisi territoriali, come girà avvenuto in passato. Questi sono ulteriori moniti che su questo tema dobbiamo tener alta l’attenzione.
Fuoco, ancora fuoco, ci si chiede: “avremo un altro 2022?” In realtà, ragionando sugli incendi boschivi, la domanda da porci è: “Quando ci troveremo di fronte a un’evento come quello del 2022?”
Perché, non sappiamo quando, ma il rischio è sempre presente. Quindi è bene attrezzarsi per poter mitigare l’impatto di tali eventi.
Abbiamo visto che, lavorare per compartimenti stagni è cosa inefficace e inefficiente, una fonte di notevoli sprechi.
Per rispondere a questi eventi è di fondamentale importanza implementare una forte collaborazione all’interno del sistema organizzativo che interviene. Questo, accanto a un territorio presidiato nel quale opera un sistema preventivo di tipo „sartoriale “, è una delle carte vincenti per affrontare gli incendi boschivi.
Quindi una buona risposta è nel fare squadra, iniziare un percorso fatto di incontri, di esercitazioni e di addestramenti congiunti.
È necessario un lavoro comune sulle comunicazioni e sui sistemi di comunicazione, non ultimo l’uso condiviso di applicativi che permettono di vedere in tempo reale tutti gli attori presenti sullo scenario.
Vanno instaurate, relazioni continue fra gli attori al fine di definire, nell’ambito di questi interventi, le attrezzature compatibili, le strategie, le tecniche e i protocolli comuni per la sicurezza.
È indispensabile rimuovere quel diaframma che negli anni si è sovrapposto fra coloro che operano sul campo, che hanno le responsabilità dell’intervento, e i decisori ai vertici. Una diga che ha limitato il flusso informativo dal basso all’alto (bottom up), creando così percezioni distorte che hanno prodotto scelte amministrative e organizzative basate su degli elementi scarsamente legati alla realtà.
La regìa, il sistema reticolare dell’organizzazione, i flussi comunicativi e relazionali, la cultura organizzativa condivisa, la valorizzazione delle risorse presenti, come quella di un volontariato con delle capacità e potenzialità uniche, sono alcuni dei i fondamenti, sui quali non bisogna mai essere stanchi di investire, di promuovere l’innovazione e il miglioramento continuo al fine di tutelare il nostro territorio.
Lucio Ulian