A cento anni dall’omicidio che aprì definitivamente la strada alla dittatura fascista di Mussolini, la vita, il pensiero e l’azione politica di un uomo che non deve essere ricordato solo per la sua tragica morte.
Federico Fornaro scrive la biografia completa di un politico scomodo, per analizzarne il pensiero e l’azione politica, oltre la sterile celebrazione del martire. Ne esce un ritratto a tutto tondo, che in parte spiega questa sorta di «amnesia» che pare aver colto l’Italia per un secolo intero.
Ogni città italiana, ogni pur remoto comune della penisola, dopo la guerra ha dedicato una via, un corso o una piazza, spesso centrale, a Giacomo Matteotti, deputato del Psi dal 1919 al 1922, e poi – poco prima della Marcia su Roma – segretario del Partito Socialista Unitario di Filippo Turati. Fin dagli esordi del fascismo, Matteotti fu considerato un nume tutelare dagli oppositori del regime, «perché non transigeva e perché aveva un coraggio che mancava a troppi altri», scrisse il foglio clandestino «Non mollare» nel 1925, poco dopo il suo omicidio.
Ma a dispetto dell’importanza della figura di Matteotti per la storia italiana, la sua memoria è ancora sostanzialmente legata solo al suo omicidio e alle vicende politiche che ne seguirono. A parte la toponomastica, poco è stato tramandato dell’uomo di pensiero e d’azione, del suo riformismo, della sua idea di politica, di giustizia e di libertà.
Giacomo Matteotti fu un politico completo, un attore di primissimo piano nella politica italiana di inizio Novecento, tanto che «il mito popolare di Matteotti coltivato clandestinamente durante il ventennio fascista non solo dai fuoriusciti ma anche dalla gente comune, contribuì, poi, al sorprendente risultato dei socialisti nelle elezioni per l’Assemblea Costituente del 2 giugno 1946». L’Italia migliore si rispecchiava in lui.
Federico Fornaro, saggista e politico, è stato presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea «Carlo Gilardenghi» (Isral). Fra le sue pubblicazioni: Giuseppe Romita. L’autonomia e la battaglia per la Repubblica (1996), Giuseppe Saragat (2003), L’anomalia riformista. Le occasioni perdute della sinistra italiana (2008), Aria di libertà. Storia di un partigiano bambino (2008), Pierina la staffetta dei ribelli (2013), Fuga dalle urne. Astensionismo e partecipazione elettorale in Italia dal 1861 a oggi (2016) e Elettori ed eletti. Maggioritario e proporzionale nella storia d’Italia (2017). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato 2 giugno 1946. Storia di un referendum (2021) e Il collasso di una democrazia. L’ascesa al potere di Mussolini (1919-1922). È stato Senatore della Repubblica e attualmente è membro della Camera dei Deputati.