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Una lezione da Firenze

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di Stefano Pizzin del 25/2/2023

Si è detto e scritto molto sul pestaggio di Firenze ai danni di alcuni studenti da parte di un gruppo di neofascisti, sulla lettera che la preside del liceo fiorentino Leonardo Da Vinci e sulla reazione del Ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Valditara. Eppure, basterebbe la semplice narrazione dei fatti per darci un quadro del degrado etico e culturale di chi ci governa.

Sabato 18 febbraio, davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, due studenti  vengono colpiti da sei ragazzi di Azione studentesca gruppo vicino a Fratelli d’Italia. Di fronte a quella che è una tipica azione squadrista il Governo non dice nulla, derubricandola a una scazzottata tra ragazzi. Il 21 febbraio la preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze Annalisa Savino ha scrive una lettera aperta sul caso a studenti, genitori e personale della scuola che dirige: “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. ’Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”, così nella nella prima parte della lettera.

Alla lettera risponde il Ministro della Pubblica istruzione e Merito (quale?) in questo modo: “È una lettera del tutto impropria mi è dispiaciuto leggerla, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il fascismo o con il nazismo”. Il ministro ha poi parlato di possibili interventi contro la preside: “Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”.

Infine, a chiedere la questione è intervenuto il Presidente della Repubblica in questi termini: “si vive insieme agli altri in solidarietà, tutto questo è un antidoto contro la violenza perché indica un modello di vita che si contrappone a quello di sopraffazioni e violenza. La vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, nelle abitazioni, contro le donne, in tante circostanze per strada, addirittura nei giorni scorsi davanti a una scuola contro ragazzi”. Proprio davanti al Ministro Valditara, Mattarella ha continuato: “Vi sono episodi di violenza contro i quali la vera diga é ovviamente fatta dagli interventi della pubblica autorità. Ma è fatta in maniera prevalentemente dai comportamenti positivi del nostro tempo. Il nostro è un paese che ha sempre coltivato la civiltà della condizione umana”, infine, per non lasciare dubbi su quale fosse la matrice di quelle violenze il Presidente ha fatto riferimento ai giovani studenti tedeschi del gruppo della Rosa Bianca che si opposero al nazismo a prezzo della vita.

In sintesi: dei ragazzi sono aggrediti da dei fascisti, il governo non dice nulla offrendo una sorta di copertura morale agli aggressori, una preside si prende la briga di scrivere ciò che dovrebbe essere ovvio, cioè il fondamento antifascista della nostra Repubblica, il Ministro dell’istruzione se la prende con la preside minacciando, addirittura, provvedimenti, il Presidente della Repubblica deve intervenire ribadendo cose che dovrebbero essere ovvie.

Questa vicenda, al di là delle dotte discussioni, ci mostra alcune, essenziali, cose: chi ci governa non ha il senso delle istituzioni, della nostra storia e del decoro; invece di lamentarsi dopo si dovrebbe costruire una alternativa a questi governanti di mezza tacca e vincere le elezioni.

Proviamo a riflettere e a fare qualcosa sulla seconda questione, perché a continuare a lamentarsi ci si stanca inutilmente.

Associazione APERTAMENTE - Piazza Cavour 22, 34074 Monfalcone - info@ associazione-apertamente.org